di AGOSTINO NICOLO'
Lo scorso 23 Aprile si è svolta la seduta straordinaria del Consiglio Comunale con relativa discussione riguardante l’approvazione del regolamento comunale per l’acquisizione di servizi, forniture e lavori in economia e l’approvazione del rendiconto della gestione del comune relativo all’esercizio finanziario 2012.
La gestione della macchina amministrativa e il relativo utilizzo di fondi e soldi pubblici, è da sempre stato un argomento di discussione e di valutazioni da parte del cittadino cardetese. L’ultima seduta consiliare, in sostanza, ha rappresentato una sintesi, in termini di gestione economica dell’ente, di quanto fatto nell’anno 2012 dall’amministrazione. Un’occasione quindi, per il cittadino stesso, di capire, valutare e farsi un’idea su come sono stati gestiti i soldi dei contribuenti e non solo.
Dalla relazione del responsabile dell’ufficio amministrativo, Dott. Domenico Romeo, è emerso come il Comune di Cardeto goda di una, in termini di denaro disponibile in cassa, accettabile condizione di salute. Un risultato di amministrazione per l’anno 2012 pari a + 51.330,42 euro, di cui 24.600,00 euro fondi vincolati e 26.730,42 fondi non vincolati, vale a dire presenti nella cassa dell’ente. Con un totale di un patrimonio netto alla fine del 2012 in crescita (+ 13.924,93 euro).
Una gestione dal segno positivo in questi anni: + 3,9 mila euro nel 2008; + 4,4 mila euro nel 2009; + 14 mila euro nel 2010; + 30 mila euro nel 2011.
Risanati i conti e rispristinata la situazione economica e finanziaria del nostro Comune, per quanto riguarda almeno l’ordinaria amministrazione, sarebbe il caso ora di iniziare una politica di investimento sul territorio che possa portare ad un effettivo e tangibile miglioramento delle condizione di vita dei cittadini e non solo del bilancio comunale.
Lavoro, infrastrutture, decoro, riqualificazione di un patrimonio dimenticato o oggetto di insane e spregevoli speculazioni, innovazione, ammodernamento dei servizi, esempio la raccolta dei rifiuti con la conseguente sensibilizzazione del cittadino, valorizzazione di fatto e non a parole dei “tesori” presenti sul nostro territorio.
Insomma, tutto ciò che i cittadini, chi per bisogno chi per semplice speculazione, rivendicano, taggando, lei signor Sindaco e la sua Giunta, quali amministratori non presenti sul territorio, con una marcata mancanza di impegno per il benessere della collettività e quant’altro.
L’altro aspetto che è emerso dall’ultima seduta consiliare è, oltre l’ormai radicata scarsa partecipazione dei cittadini a quello che per antonomasia è il simbolo della democrazia rappresentativa degli enti locali, la diserzione dell’assemblea da parte dei consiglieri stessi.
Il Consiglio Comunale, di fatto, è l’organo di programmazione, di indirizzo e di controllo politico-amministrativo. Partecipa alla definizione ed all’adeguamento delle linee programmatiche di governo e ne controlla l’attuazione, adotta gli atti fondamentali di normazione, di programmazione economico-finanziaria e territoriale e di indirizzo ed esercita attraverso i suoi componenti poteri ispettivi e di controllo sull’attività dell’esecutivo. Esso rappresenta un piccolo Parlamento dove tutti consiglieri non sono altro che i rappresentanti dei cittadini.
La legge prevede in capo ai consiglieri comunali tutta una serie di diritti alcuni esercitabili singolarmente, altri in forma associata, dal potere di iniziativa su ogni questione sottoposta alla deliberazione del Consiglio al diritto di ottenere informazioni, cosicché da poter svolgere in maniera corretta e consapevole le funzioni consiliari cui è preposto. Per far fronte all’attività ispettiva e di controllo, il consigliere si può avvalere: a) dell’interrogazione, domanda, redatta per iscritto, rivolta al Sindaco o alla Giunta per sapere se una determinata circostanza sia vera, se siano pervenuti a tali organi determinate informazioni, se il Sindaco e la Giunta intendano prendere alcuna risoluzione su oggetti determinati; b) dell’interpellanza, con la quale si chiede al Sindaco e ai componenti della Giunta, di dare conto della loro condotta su una determinata questione e su quali provvedimenti intendano assumere in ordine a talune situazioni di particolare rilevanza; c) della mozione, intesa come invito rivolto agli organi dell’esecutivo e diretto a promuovere un’ampia discussione su un argomento di particolare importanza. Al consigliere è poi riconosciuto anche il diritto di usufruire di permessi e di indennità ed anche il diritto di impugnare le delibere consiliari in determinate circostanze.
Insomma, il consigliere ricopre un ruolo fondamentale nella vita amministrativa e politica di un Comune. Attraverso quelli che sono i suoi diritti, i suoi poteri e le sue funzioni, viene ad essere mantenuto un equilibrio all’interno delle istituzioni locali tale da garantire il rispetto del principio democratico e allo stesso tempo gli viene ad essere affidata, in particolare ai consiglieri della minoranza, un’azione di controllo e supervisione circa le azioni degli organi esecutivi dell’ente.

Ma viene da chiedersi: che fine hanno fatto i nostri consiglieri comunali? Perché spesso e volentieri molti di essi disertano le sedute del Consiglio Comunale? Ogni singolo consigliere sta veramente adempiendo a quanto previsto dall’articolo 54 della Costituzione e ancor di più sta operando per il benessere di quel popolo che ha scelto di rappresentare?
La risposta, da quanto emerso dall’ultima seduta consiliare, non è certamente positiva.
Da un lato i consiglieri di maggioranza che, a parte qualche sporadico intervento di qualcuno, sembrano quasi essere lì senza alcuna cognizione di causa, magari impegnati nell’utilizzo dei loro cellulari oppure nello scambio silenzioso di battute ironiche gli uni con gli altri. Signor Sindaco non parli sempre lei, dia anche a loro degli spazi, dia anche a loro la parola, affinché possano assumersi delle responsabilità in modo tale che non siano più dei semplici spettatori.
Dall’altro lato un assenteismo ormai cronico di molti consiglieri, specie quelli della minoranza, che non partecipano più alle sedute consiliari. Abbandonato a sé dai suoi compagni, il consigliere Vadalà è l’unico che difende la trincea della minoranza con non poche difficoltà.
A tal proposito è bene ricordare quanto affermato dal comma 3 dell’articolo 17 dello statuto del Comune di Cardeto: i Consiglieri Comunali che non intervengono alle sessioni sia ordinarie che straordinarie per tre volte consecutive senza giustificato motivo, sono dichiarati decaduti con deliberazione del Consiglio Comunale. Le regole dovrebbero essere rispettate sia quando riconoscono diritti e competenze particolari, ma ancor di più quando mettono in evidenza responsabilità e comportamenti svantaggiosi. Quindi se i nostri rappresentanti non hanno partecipato alle sedute consiliari, senza una valida motivazione, dovrebbero essere dichiarati decaduti. Viene da chiedersi, perché avete scelto di rappresentare i cittadini se non vi degnate nemmeno di partecipare alle sedute del Consiglio? Forse sarebbe stato meglio non prendere questo impegno, forse sarebbe meglio essere sinceri con gli elettori fin dall’inizio.
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