Lo spopolamento dei paesi dell’entroterra avanza, gli italiani si “inurbano” sempre più nelle aree metropolitane, o emigrano all’estero, dove è più facile trovare un lavoro e realizzarsi. Il risultato però è sempre lo stesso, cioè che buona parte della ricchezza culturale rurale rischia di scomparire. Non ci vuole molto a capire che la morte di questi territori rappresenta un concreto danno per l’eco-sistema, per l’economia, per i valori e per la stessa cultura popolare e contadina. La presenza dell’uomo in queste realtà garantiva la manutenzione ordinaria della montagna, la sua cura, il suo insostituibile sostegno. Si pensi a tutte le piante che venivano seminate e che garantivano la stabilità del terreno ed il sostentamento economico per tante famiglie. Attorno a questa va ancora considerata, come la sua presenza poteva rappresentare un vero presidio permanente per la prevenzione di incendi. La mancanza assoluta di attenzione dei governi verso questi centri è tra le principali ragioni di “fuga” dalle zone montane. Ed infatti si è cominciato con la chiusura degli uffici postali, con le guardie mediche, fino alla soppressione delle scuole, che hanno costretto le famiglie a trasferirsi a “valle”.
Considerando quanto sta avvenendo, non sarebbe meglio spendere di più per un medico, o per il mantenimento di un ufficio aperto, anziché per la rimozione di frane e smottamenti che possono provocare anche perdite di vite umane e che, alla fine, può produrre costi maggiori?

Il nostro paese ne è testimonianza! Non serve certamente guardare e confrontare i numeri riportati in tabella, per accorgersi che qualcosa nel corso degli anni è cambiato e sta continuando a cambiare, un processo al quale stiamo assistendo inerti senza aver la possibilità di fare nulla, e allora? Continuiamo a commiserarci o proponiamo soluzioni? Chiunque sia in possesso di un serbatoio, se questo presenta una perdita agisce, cerca di arginarlo, ed è proprio questo che ci si aspetta dalle istituzioni! Perdendo abitanti, la nostra comunità sta perdendo la propria identità culturale, i patrimoni locali si deteriorano e perdono valore, le attività economiche vengono abbandonate, mentre aumenta il dissesto idrogeologico connesso alla mancata cura del territorio. Ovviamente, le azioni da intraprendere per arginare questo triste fenomeno possono essere tra le più svariate, ma non da considerarsi certamente come interventi puntuali, ma inserite in logiche e ragionamenti complessivi:
- il miglioramento della mobilità, delle infrastrutture e dei servizi;
- la realizzazione dei servizi socio-sanitari con strutture mobili;
- la realizzazione di laboratori culturali per i giovani, e attività estive di stage;
- il recupero e la riqualificazione degli edifici e degli spazi pubblici;
- la promozione di attività di ricerca su tematiche legate alle risorse ambientali e culturali del territorio;
- l’attrazione di nuove iniziative imprenditoriali;
- la promozione di incentivi alla localizzazione per attrarre nuovi abitanti nei territori marginali, inclusi gli immigrati, attraverso la messa a disposizione di immobili pubblici e privati, terreni e case rurali non utilizzati da destinare ad attività produttive, agricole, e di turismo;
- l’incentivazione ai coltivatori per lavorazioni di sistemazione e manutenzione del territorio;
- la disposizione di incentivi a favore di coloro che trasferiscono la residenza e/o la sede di lavoro, o avviino un'attività economica;
- la promozione del turismo attraverso la messa a punto di itinerari di turismo ecologico, culturale e enogastronomico.
Un punto particolarmente importante, tra quelli elencati, che a nostro avviso può essere sviluppato senza la necessità di grossi investimenti, è quello relativo al turismo. Infatti un’idea alquanto avvincente e coinvolgente sarebbe la realizzazione di un sistema sinergico “ricettivo-bucolico, che:
1. renderebbe disponibile l’enorme patrimonio immobiliare, ampliando e qualificando l’ospitalità già disponibile senza investire su nuove strutture;
2. valorizzerebbe l’enorme patrimonio naturalistico e paesaggistico attraverso l’individuazione e la messa in opera di un sistema di sentieri e percorsi naturalistici;
3. coinvolgerebbe direttamente, nella gestione sia della ricettività che dell’escursionismo, le famiglie che vogliono mettere a disposizione i posti letto, le associazioni e i gruppi locali che intendano lavorare in tal senso;
4. valorizzerebbe le produzioni tipiche locali sia alimentari che artigianali, producendo un indotto per l’economia locale;
5. mobiliterebbe i saperi sociali e le competenze diffuse, tra cui il sapere dei pastori, dei contadini, degli artigiani e delle casalinghe nel produrre beni e servizi, riscoprendo quelle attività che sembrano ormai non appartenerci più.
Partendo da questa semplice idea, proviamo a immaginare cosa potrebbe accadere nell’inserire quest’attività nel nostro contesto. Innanzitutto un incremento di dinamismi residenziali che necessitano a loro volta di attività di servizi. Gli stessi garantiscono le condizioni favorevoli per la nascita di nuove attività di piccola entità, promovendo, così, ulteriori processi residenziali e cicli continui di produzione e quindi di ricchezza. Ovviamente più grande è l’attività di base, tanto più veloce avviene il processo descritto.
Ma riteniamo che in un comune come il nostro, sia lo start up ad essere fondamentale per poter garantire l’evolversi di tutto il sistema.
- il miglioramento della mobilità, delle infrastrutture e dei servizi;
- la realizzazione dei servizi socio-sanitari con strutture mobili;
- la realizzazione di laboratori culturali per i giovani, e attività estive di stage;
- il recupero e la riqualificazione degli edifici e degli spazi pubblici;
- la promozione di attività di ricerca su tematiche legate alle risorse ambientali e culturali del territorio;
- l’attrazione di nuove iniziative imprenditoriali;
- la promozione di incentivi alla localizzazione per attrarre nuovi abitanti nei territori marginali, inclusi gli immigrati, attraverso la messa a disposizione di immobili pubblici e privati, terreni e case rurali non utilizzati da destinare ad attività produttive, agricole, e di turismo;
- l’incentivazione ai coltivatori per lavorazioni di sistemazione e manutenzione del territorio;
- la disposizione di incentivi a favore di coloro che trasferiscono la residenza e/o la sede di lavoro, o avviino un'attività economica;
- la promozione del turismo attraverso la messa a punto di itinerari di turismo ecologico, culturale e enogastronomico.
Un punto particolarmente importante, tra quelli elencati, che a nostro avviso può essere sviluppato senza la necessità di grossi investimenti, è quello relativo al turismo. Infatti un’idea alquanto avvincente e coinvolgente sarebbe la realizzazione di un sistema sinergico “ricettivo-bucolico, che:
1. renderebbe disponibile l’enorme patrimonio immobiliare, ampliando e qualificando l’ospitalità già disponibile senza investire su nuove strutture;
2. valorizzerebbe l’enorme patrimonio naturalistico e paesaggistico attraverso l’individuazione e la messa in opera di un sistema di sentieri e percorsi naturalistici;
3. coinvolgerebbe direttamente, nella gestione sia della ricettività che dell’escursionismo, le famiglie che vogliono mettere a disposizione i posti letto, le associazioni e i gruppi locali che intendano lavorare in tal senso;
4. valorizzerebbe le produzioni tipiche locali sia alimentari che artigianali, producendo un indotto per l’economia locale;
5. mobiliterebbe i saperi sociali e le competenze diffuse, tra cui il sapere dei pastori, dei contadini, degli artigiani e delle casalinghe nel produrre beni e servizi, riscoprendo quelle attività che sembrano ormai non appartenerci più.
Partendo da questa semplice idea, proviamo a immaginare cosa potrebbe accadere nell’inserire quest’attività nel nostro contesto. Innanzitutto un incremento di dinamismi residenziali che necessitano a loro volta di attività di servizi. Gli stessi garantiscono le condizioni favorevoli per la nascita di nuove attività di piccola entità, promovendo, così, ulteriori processi residenziali e cicli continui di produzione e quindi di ricchezza. Ovviamente più grande è l’attività di base, tanto più veloce avviene il processo descritto.
Ma riteniamo che in un comune come il nostro, sia lo start up ad essere fondamentale per poter garantire l’evolversi di tutto il sistema.
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