mercoledì 19 giugno 2013

RISPOSTA DELL'ASSOCIAZIONE ALLA LETTERA APERTA DI MARCELLO MANTI

di GLI ASSOCIATI DELL'ASCULGICAR

Caro Marcello,
intanto grazie per averci scritto. Come hai potuto notare la lettera che ci hai fatto pervenire è stata per intero pubblicata sul giornalino e non, invece, cestinata come da te suggeritoci, poiché ci auspichiamo di diventare (e poi di essere), un sostegno alla popolazione affinché la voce dei cittadini non venga ignorata. 
Cominciamo col chiarire un aspetto che probabilmente hai frainteso. Non era di certo nostra intenzione fare distinzioni di sorta su quelle che sono le attività commerciali del nostro paese. Abbiamo volutamente lasciato delle cassettine, essendo questa nostra iniziativa ancora in fase di sperimentazione, solo nei luoghi che per antonomasia dovrebbero essere frequentati da un variegato numero di utenti, in modo tale da poter raccogliere un maggior numero di vedute possibili. Ad ogni modo, siamo sicuri che non sarà mica una semplice umile e modesta cassettina ad impedirti di contribuire alla crescita del nostro paese.
Da sempre la critica è ben accetta se costruttiva. La considerazione fatta da te sulla mancanza della firma degli articoli pubblicati sul giornalino ci lascia con non poche perplessità. Ma davvero è questa la prima cosa che hai notato leggendo quanto riportato sul giornalino? Se così fosse, allora due sole sono le possibili risposte a questo quesito, o il giornalino era povero di informazioni utili oppure vi era un preconcetto, una pregiudiziale che ti ha impedito di leggere con occhi liberi il lavoro che noi abbiamo fatto. Se è vero che la firma è uno dei più alti segni che dimostra la libertà di espressione, è anche vero che bisogna accettare quelle che sono le diverse modalità per esprimersi. Hai per caso avuto modo di leggere l’ultimo articolo apparso su un quotidiano locale sul debutto dei Nirò? Anche esso non era firmato. E se ciò viene fatto su testate giornalistiche cartacee appare piuttosto discutibile come tu possa giudicare la cosa poco chiara e contro tutte quelle regole che contraddistinguono il vero giornalismo anche quello più provinciale. Ciò sta ad indicare che la non presenza di firma non sempre indica la non assunzione di responsabilità.
Vorremmo, inoltre, capire in quali molti articoli ci siamo descritti con toni autocelebrativi. Noi non ci siamo mai delineati come punto di riferimento, ne tanto meno abbiamo mai detto di esserci contraddistinti per la valorizzazione della cultura, dell’immagine della storia di Cardeto. Se avessi semplicemente letto con un po’ più di attenzione e con meno pregiudiziali, senza cercare di interpretare e travisare le nostre parole, avresti di certo letto che questi non sono altro che gli obiettivi che ci siamo posti fin dall’inizio. E nel nostro piccolo ci siamo anche in parte riusciti. 
Non è forse cultura la realizzazione di un sit-in informativo sulla figura della donna nella società odierna? Non è forse cultura trattare di un tema delicato come le malattie ematologiche? Non è forse cultura la sensibilizzazione alla raccolta fondi per la ricerca? Non è forse cultura una mostra fotografica? Non è forse cultura confrontarsi su una tematica delicata come la mafia con personalità di spessore nazionale? Non è forse cultura la promozione di attività sportive come il tiro con l’arco, il calcetto, il tiro con la carabina? Non è forse cultura confrontarsi attraverso attività di cineforum? Non è forse cultura contribuire alla realizzazione di una festa sulla figura dell’emigrante? Non è forse cultura promuovere un festival musicale di gruppi emergenti? Non è forse cultura realizzare un giornalino locale? Non è forse cultura promuovere la lettura attraverso la realizzazione di una biblioteca interattiva? Non è forse cultura la realizzazione di un portale di raccolta di notizie e informazioni sul nostro paese? 
Ci chiedi, ancora, quanto tempo sia trascorso dall’ultimo nostro incontro partecipativo con la popolazione. Da circa sei mesi esso avviene ogni mercoledì proprio dietro a quello sportello che tu consideri poco importante. Evento questo tra l’altro promosso durante l’ultima Sagra della Castagna, alla quale abbiamo contribuito anche con la realizzazione della grafica del manifesto e alla distribuzione dello stesso sul territorio reggino e non venendo solamente inseriti sulle locandine comunali per dimostrare che siamo presenti sul territorio. Va precisato, come, anche nelle edizioni precedenti non sia mancato il nostro impegno in tal senso e nel nostro piccolo abbiamo, inoltre, cercato di contribuire attraverso la realizzazione di mostre micologiche o esposizioni di prodotti locali.
Ricordiamo che queste “poche” attività sono state svolte in maniera del tutto gratuita, cercando di coinvolgere figure professionali, laureati, giovani, anziani del nostro paese, con l’obiettivo di valorizzare le risorse umane del nostro territorio. Inoltre, le disponibilità in nostro possesso sono state sempre utilizzate oltre che per dar vita alle nostre attività anche per incentivare quanto avveniva nel nostro paese, basti pensare ai 32 borsoni, marchiati As.Cul.Gi.Car., regalati ai piccoli del gruppo folk, perché è sempre stata nostra intenzione offrire il massimo sostegno a quanto di positivo si viene a creare nel nostro paese. Per ultimo in ordine di tempo il famoso incontro sulla rinascita della cooperativa già preesistente al quale ti riferisci nella tua lettera avanzando numerosi interrogativi nei nostri confronti.
Sicuro che eri presente a quella riunione? Noi in quell’occasione abbiamo chiaramente detto di essere aperti al confronto e alla collaborazione e addirittura abbiamo fatto presente che avevamo già intrapreso un percorso che abbracciava molte delle idee suggerite confusamente quella sera. Il nostro in bocca al lupo era sincero, cosa avremmo dovuto augurare ad una cooperativa che voleva intraprendere un nuovo percorso? È chiaro che anche questa volta hai voluto leggere tra le righe contenuti non veritieri. Comunque se proprio hai necessità di vederci collocati in un gruppo, ne dovremmo creare uno nuovo, quello dei non ascoltati. Sarebbe, soprattutto qui, il caso di immettersi sulla carreggiata dell’umiltà come tu ci consigli, ed a capire, se, quello che si scrive corrisponde veramente a quello che in questi decenni si è riusciti a creare.
Sorgono, però, spontanee delle domande. Perché non ha mai creduto nel nostro progetto? Perché il tuo intervento scaturisce proprio ora?  In tutti questi anni non abbiamo mai stimolato la tua attenzione? Perché non hai mai pensato di trasmettere anche agli altri il tuo bagaglio culturale su Cardeto condividendo una cultura che appartiene a tutti, magari, anche attraverso la nostra associazione? Perché questa voce amica, non si è fatta avanti prima, anche semplicemente quando ci incontrava per strada, suggerendoci delle possibili iniziative da intraprendere?

Dopo queste riflessioni speriamo che una forma di collaborazione, magari senza pregiudiziali, possa nascere nel senso più profondo del termine.

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