mercoledì 15 luglio 2009

... TRADIZIONI O "TRADIZIONE"?

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:


Ho avuto modo di leggere, il post di Antonella Macheda recante la titolazione: "Le tradizioni sono la nostra ricchezza". Apprezzo e ringrazio Antonella per il suo contributo perchè mi dà occasione di poter chiarire alcuni concetti che, in ambito religioso, forse dovrebbero essere approfonditi.
Anzitutto, cosa intendiamo col termine "tradizioni"? Sicuramente ci riferiamo alla "trasmissione nel tempo di notizie, memorie, consuetudini..." che l'uomo di uno specifico contesto storico esprime in virtù della cultura, del linguaggio, del senso religioso e delle circostanze ambientali del tempo specifico (vedi qualsiasi manuale di antropologia).
Ora, per natura l'uomo "è soggetto in divenire" (vedi Aristotele, S. Tommaso), ovvero per la costituzione è portato al cambiamento, all'evoluzione, a quel perfezionamento che, necessariamente, produce mutamento di mentalità, di linguaggio, di cultura.. Per ciò stesso, se si conviene che le tradizioni trasmettono ciò che realmente l'uomo è in un preciso contesto storico, e non semplicemente folklore allora risulta assurdo ritenere le stesse tradizioni come qualcosa di immutabile nel tempo, poichè è un principio che non va a cozzare con la natura propria dell'uomo. Ora, uno dei valori della cultura contemporanea, che le stesse istituzioni civili perseguono già da tempo, è al'bbattimento delle barriere architettoniche, al
fine di poter dare accesso ad ogni persona ai pubblici servizi. Se tale orientamento della nostra cultura,  in nome di che cosa la Chiesa dovrebbe praticare percorsi tortuosi nelle sue processioni? Perchè non dovrebbe essere sensibile alle difficoltà delle persone anziane e dei portatori di handicap? In ultima istanza, qual è il vero significato delle processioni? Forse all'origine di tanti fraintendimenti c'è l'ignoranza del vero significato delle processione, propriamente definita "pietà popolare". Nella religione cristiana-cattolica la pietà popolare è, o meglio dovrebbe essere, il prolungamento dell'azione liturgica che ogni credente vive nella S. Messa. Il cristiano che partecipa alla processione dovrebbe comunicare in maniera simbolica la sequela a Cristo Signore (o alla Madonna, o al Santo come mediatori) nel percorso della vita terrena. In altri termini il cristiano dovrebbe comunicare che non basta seguire Gesù Cristo andando soltanto a Messa, ma che bisogna seguirlo anche anche nei luoghi della quotidianità (famiglia, scuola, ambiente di lavoro...), ovvero lungo il percorso della vita. Se, dunque, arriviamo a comprendere che il significato della processione è puramente simbolico, è davvero così importante la strada che si percorre? Non stiamo forse perdendo di vista il vero significato della processione è puramente simbolico, è davvero così importante la strada che si percorre? Non stiamo forse perdendo di vista il vero significato delle cose enfatizzando una esteriorità dal valore relativo? Non rischiamo di costruire il "vitello d'oro" della nostra epoca? E' importante sottolineare, prima di concludere, che effettivamente esiste una tradizione che la Chiesa considera Sacra ed immutabile. Essa è il fondamento stesso della nostra fede insieme alla S.Scrittura. Per Sacra tradizione si intende l'ininterrotta successione apostolica che, da Gesù Cristo ad oggi, assistita con divina devozione la verità di fede. A questo riguardo necessiterebbe un ampio approfondimento che mi riservo di dare personalmente a chi fosse interessato, ma basti sapere che a fondamento della Sacra Tradizione c'è la Celebrazione Eucaristica e l'annuncio della Parola di Dio. Quanti di noi, che ci definiamo cristiani, ci adoperiamo a praticare, difenderee diffondere questa vera Tradizione?
[Tina Crea]

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