sabato 20 dicembre 2008

INTERVISTA AL COMMISSARIO PREFETTIZIO DOTT. EUGENIO BARILLA'


In seguito ai problemi, soprattutto economici, che nel corso degli anni hanno interessato Cardeto e che non sono stati adeguatamente affrontati dalle diverse amministrazioni susseguitesi, il nostro paese è stato commissariato. Al dott. Eugenio Barillà, commissario prefettizio, è stato affidato l’incarico di risolvere i suddetti problemi ed è proprio a lui che abbiamo rivolto poche, ma significative domande, che ci possono aiutare a capire meglio la situazione.

Qual è stata la prima impressione che ha avuto arrivando nel nostro paese? E quale opinione ha cambiato, se l’ha fatto, conoscendo la storia e i problemi di Cardeto?
Veramente non dovevo cambiare nessuna opinione, perché già positivamente impressionato. Qui mi sento quasi a casa, perché i miei nonni erano nativi di Cataforio e quindi ho sentito sempre parlare di Cardeto e della sua gente. Ho conosciuto tante persone eccelsi in vari campi, nel giornalismo, nella medicina, amici insomma, che comunque frequento.
Ho subito compreso i problemi che angustiano Cardeto, prevalentemente di carattere economico e che risalgono a tanti anni fa, ai tempi dell’alluvione. Un tempo le calamità venivano affrontate così: piuttosto che effettuare degli interventi di consolidamento, di risanamento del territorio e quindi consentire alle persone che già occupavano delle abitazioni, delle località, delle frazioni di continuare a lavorare in quelle zone, venivano trasferiti interi centri abitati creando tutte quelle problematiche correlate alla mancanza di poli di integrazione anche a svantaggio di altri di altri cittadini di località diverse. Ci sono stati e ci sono ancora dei finanziamenti per la ricostruzione. Nel frattempo, però, si sono create situazioni di contrasto, ad esempio per l’albergo Rumia, dove erano raccolti gli sfollati, c’è ancora tutta una situazione giudiziaria ancora pendente rinviata di qualche anno e poi ci sono, ovviamente, le spese giudiziarie.

Quindi è vera l’esistenza di un progetto di ricostruzione per il territorio?
Si certo, Cardeto nord e Cardeto sud sono realtà ancora in evoluzione. In involuzione è invece la situazione dei vari nuclei abitati, delle frazioni che invece, man mano che si va avanti rimangono isolate. 

E per quanto riguarda, invece, un ordine di sfollamento per alcune frazioni del paese?
Ora non so di preciso se esiste un ordine di sfollamento e per quali frazioni ci sia stato. So che ci sono frazioni che stanno morendo, perché la gente va via. Non c’è alcun incentivo a rimanere, non c’è una viabilità adeguata e quindi la gente abbandona le frazioni. Certo vi è l’esigenza di un progetto che possa tenere conto degli abitanti, delle persone che vivono in questi luoghi e che possa creare delle condizioni favorevoli di economia. 

Quindi l’obiettivo principale sarebbe risolvere prima il problema economico e poi, dare vita da un progetto di cui prima ha parlato Lei per far rinascere il paese?
Tutto dovrebbe andare di pari passo. Noi come amministrazione straordinaria abbiamo in campo un progetto del Ministero dell’Interno, che a breve sarà approvato e finanziato, per i giovani dai 10 ai 18 anni con lo studio di tanti sistemi che riguardano anche la produzione, la trasformazione di prodotti, di qualcosa che li inizi anche alla lavorazione e alla commercializzazione. All'inizio ho cercato anche di vedere quali prodotti della zona potevano avere il marchio d.o.p., dalle patate alla castagna. C’è anche un progetto per lo donne non occupate e uno per il recupero dei centri storici delle aree grecaniche. Ho già fatto une delibera per far rientrare il territorio di Cardeto tra quello di area grecanica ottenendo così tutti i possibili benefici che si dovrebbero avere. 

Cambiando argomento, abbiamo notato che diverse strutture sono abbandonate a se stesse, tra cui il campo di calcetto in via Faveliti e il Palazzo Margiotta. Se vi fossero alcuni giovani o associazioni che vorrebbero recuperare e utilizzare tali strutture, lei sarebbe disposto a collaborare e a dare le dovute autorizzazioni per farlo? 
Bisogna vedere in termini legali che cosa si può fare. Il campetto è stato recuperato, adesso ha tutto, l’ultima parte era il collaudo della rete elettrica che non c’era e che quindi ha impedito quest’estate lo svolgersi di manifestazioni. È stato anche fatto un bando, per cui si è in attesa soltanto della società o dell’associazione che voglia gestirlo. Il campetto, comunque, è ultimato, non è più fatiscente. 

E il palazzo Margiotta?
È la sede dove verrà realizzato il progetto (del Ministero dell’Interno), almeno un piano sarà utilizzato per fare ciò, non so se rimane area disponibile per altre attività. Il centro polifunzionale, che io sto promettendo un po’ a varie associazioni che mi hanno fatto richiesta, appena sarà consegnato al Comune, potrà essere utilizzato da pro loco e associazioni come la vostra. A breve ci sarà la sezione della Croce Rossa Italiana con tutte le attrezzature utili e una stazione per la Protezione Civile, anch’essa completa del necessario. 

Considerato che il 29 Dicembre ricorre il 102° anno della morte del cardinale Luigi Tripepi, essendo egli un personaggio importante per Cardeto e per i suoi cittadini, vuole lasciarci un commento?
Persona sicuramente eccelsa. Ho avuto modo di andare al mausoleo durante l’estate, quando c’è stata la processione e ho notato la stele che c’è fuori dalla Chiesa che fa riferimento ai vari Papi, Leone XII, Giovanni Paolo II e Pio IX, a mio avviso quest’ultimo un po’ trascurato e che, invece, secondo me è stata la fortuna del cardinale Tripepi. Sarebbe un po’ da riprendere il mausoleo e la casa, sto cercando di vedere se è possibile far rientrare le suore qui a Cardeto, però è tutto un progetto che richiede del tempo e spero di poterlo fare prima di andare via. Sarebbe interessante creare qualcosa più vissuta, piuttosto che soltanto nell’occasione estiva, anche durante l’anno. 

Anche perché al paese è conosciuta poco la figura del cardinale.
Lo so. In effetti sarebbe necessario realizzare qualche cosa di vivo, di interessante, non soltanto nella ricorrenza religiosa. Anche le varie associazioni e il Comune stesso, dovrebbero fare qualcosa per ricordare tale personaggio così importante per il paese, in modo tale da coinvolgere anche i più giovani. 

Il dott. Barillà, durante il colloquio che gentilmente ci ha concesso, ha anche accennato alla sagra della castagna, spiegando che non è stato possibile lo svolgimento di tale evento per mancanza di fondi. Erano stati, infatti, richiesti i finanziamenti a chi di dovere (Regione e Provincia), ma non sono stati concessi.
Inoltre, un altro aspetto interessante che è emerso, riguarda la consegna della castagna d’oro, riconoscimento, quasi rituale, per quelle persone che si sarebbero distinte nei confronti del paese. Il dott. Barillà ha espresso il proprio parere, sostenendo che la consegna della castagna d’oro avrebbe più senso se essa venisse assegnata - giovani più promettenti, piuttosto che ad un adulto che si è distinto, ma che vive fuori e non ritorna mai al paese. La darei a qualcuno che è qua e lo incoraggerei a restare agevolandolo nell’attività di studio o di lavoro. 

Nessun commento:

Posta un commento