sabato 20 dicembre 2008

CARDETO TRA PROBLEMI E DIFFICOLTA'


RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO


Cardeto: un paese di 2.036 persone, alle pendici del monte Aspromonte, abbastanza vicino alla città di Reggio Calabria, aria pura e non inquinata, valli verdi e fiorite, prodotti alimentari genuini, gastronomia eccellente e squisita, acque limpide e fresche, tranquillità, serenità. Così descritto, questo paese sembrerebbe quasi una favola, ma anche qui esistono problemi e difficoltà.

Strutture pubbliche abbandonate al degrado e al saccheggio; impianti sportivi di recente costruzione mai utilizzati; pavimentazione del suolo pubblico fatta e rifatta diverse volte; strade dissestate; debiti che hanno portato il paese al commissariamento. 
Prendiamo ad esempio il campetto di calcetto situato in località Faviliti: centro polifunzionale, sia campo da calcetto appunto, sia campo da tennis, con annesso spogliatoio, nelle vicinanze del paese e non come il famoso stadio situato il località Pezzi e dunque non facilmente raggiungibile e attualmente in uno stato di abbandono e di degrado. Sorge spontanea una domanda allora: perché ancora oggi, dopo la conclusione dei lavori, i collaudi e i perfezionamenti avvenuti tempo fa, non è ancora permesso ai cittadini l’utilizzo di tale struttura? Dopo l’interessamento di alcuni giovani del paese con una raccolta di firme, le continue pressioni agli organi competenti, dopo aver dimostrato la volontà, ma soprattutto la voglia di utilizzare tale campetto, una struttura questa che mai prima d’ora il territorio aveva avuto, ancora niente! Il famigerato campetto rimane ancora chiuso al pubblico nell’attesa che venga affidato in gestione a qualcheduno e intanto sottoposto all’azione erosiva di persone che entrano in maniera illegale all’interno di esso.
Non dimentichiamoci anche del Palazzo Margiotta, edificio simbolo del territorio cardetese utilizzato tempo fa come sede del CRIC (Centro Regionale d’Intervento per la Cooperazione). L’antico palazzo dal sangue blu, ha permesso la creazione di un centro giovanile, punto d’incontro per i ragazzi e le ragazze dell’intero territorio cardetese, fornendo così un’alternativa alla solita vita all’interno di bar e sale giochi. E bene, anche dopo questa esperienza l’edificio è stato abbandonato, lasciato alla solitudine e al degrado. Per fortuna grazie all’impegno del dott. Eugenio Barillà, commissario prefettizio del comune di Cardeto, l’edificio tornerà ad impegnare nuovamente ragazzi e ragazze cardetesi con occupazioni utili sia alla loro crescita sociale e umana e sia all’immagine del paese.
Alcune volte sembra, dopo il tempo trascorso a divertirsi in questi luoghi magnifici, il paese stia morendo. Nonostante questa sensazione però, sono pochi coloro che si impegnano concretamente per salvarlo e molto spesso si trovano sommersi di critiche, le quali danneggiano ancora di più l’intero paese. Perché si preferisce nascondere la testa sotto la sabbia e aspettare sempre che siano gli altri a fare le cose? Perché si preferisce lo scontro anziché la collaborazione? Sembra quasi che non vi sia più interesse nei confronti delle tradizioni, delle valli, della cucina, del luogo in cui si è cresciuti. Si preferiscono subire ingiustizie anziché far valere i propri diritti, abbassando sempre la testa, facendo finta di non sentire, accettando sempre e comunque le decisioni degli altri su argomenti di carattere pubblico e che, dunque, riguardano l’intera comunità. Il paese per essere risanato, ha bisogno di una ventata di aria fresca e per fare ciò occorre innanzitutto un cambiamento di mentalità e di comportamento di ogni singolo componente, bambino, ragazzo, adulto, anziano, dell’intera cittadinanza, altrimenti rischia di perdere la sua identità, la sua storia, patrimonio culturale di cui ogni suo abitante dovrebbe andarne fiero.  

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