Il 26 gennaio 2013 è stato costituito, a Calanna, un consorzio di sviluppo locale “l’eco-distretto della vallata del Gallico”. Per la prima volta attori pubblici e privati, dell’amministrazione, dell’associazionismo e dell’imprenditorialità della vallata del Gallico, si sono ritrovati in un nuovo ente giuridico aperto al territorio, nato con il preciso obbiettivo di attivare percorsi di sviluppo del territorio incentrati sulla valorizzazione delle risorse, il supporto agli operatori economici locali, il potenziamento della competitività. “E’ un modo nuovo di concepire il lavoro per la nostra terra: non più da soli, ma insieme, non più senza obiettivi, ma con finalità chiare e condivise, non più per qualcuno ma per tutti”. E di fatto queste sono state le forti motivazioni e gli incentivi ideologici con cui l’eco-distretto ha puntato a mettere insieme operatori, associazioni, amministratori, cittadini che vogliono lavorare in sinergia in modo tale da poter dare valore ai loro prodotti di eccellenza, ai servizi di qualità delle imprese del territorio, alla cultura dell’accoglienza, ai paesaggi caratteristici, alla storia dei piccoli borghi.
Ricordiamo che la Vallata del Torrente Gallico, articolata dall’Aspromonte allo Stretto, attraversa 5 territori comunali e un numero consistente di centri e nuclei abitati, con una particolare varietà economica-ambientale e antropica. Ventisei sono i soggetti fondatori consorziati: i 4 comuni Calanna, Laganadi, Sant’Alessio, Santo Stefano; 13 aziende, di cui la gran parte del settore agroalimentare e primario e 9 associazioni, che operano in un territorio compreso tra Gallico Marina e Gambarie. E’ un consorzio aperto (possono farne parte quali consorziati ordinari imprese, associazioni e enti pubblici) misto, pubblico privato, con attività esterna senza scopo di lucro. Ciò garantisce e favorisce l’assenza del rapporto di concorrenza tra consorziati che pongono così come loro scopo ultimo l'acquisizione di un beneficio mutualistico. Il primo CdA eletto ha nominato Michele Spadaro (ex Sindaco di Laganadi) Presidente. Michele Zoccali (Sindaco di Santo Stefano) Vicepresidente, gli imprenditori Aldo Laboccetta e Giuseppe Romeo rispettivamente Tesoriere e Segretario e Maurizio Malaspina Direttore dell’Agenzia di sviluppo locale. Gli altri Consiglieri del CdA sono i sindaci Giuseppe Cannizzaro (Laganadi), Domenico Romeo (Calanna), Stefano Calabrò (Sant’Alessio in Aspromonte) e l’Ing. Eugenia D’africa dell’Associazione Borgo Cecilia.
La nascita del Consorzio ha fortemente potenziato la sinergia tra Ente Provincia e Vallata del Gallico, sinergia attiva anche su altre progettualità, ma che avrà adesso una spinta propulsiva ancora più forte e orientata su iniziative importanti come il DEAfest e altre azioni valorizzanti per il territorio e i suoi operatori. Anche il neo-senatore Antonio Caridi aveva manifestato la sua soddisfazione, in amalgama con gli altri esponenti politici presenti nella cerimonia di presentazione (De Gaetano, Tripodi, Cannizzaro) nel vedere concretizzarsi nella Provincia di Reggio Calabria il primo Consorzio Eco-distretto con una componente pubblica, ma soprattutto con una forte componente di imprese, rinnovando la massima disponibilità della Regione a configurarsi come un interlocutore attento e sinergico del Consorzio, per raggiungere obiettivi importanti.
Anche se agli inizi, quando ancora si lavorava sottotraccia, veniva giudicato da molti come un obiettivo utopico ed irraggiungibile, a causa della diffidenza e delle difficoltà dei nostri territori (calabresi in generale) di dare vita a strumenti associati di sviluppo integrato, adesso c’è, è nato e soprattutto è attivo!!… Ora la domanda che vorrei porvi è: “E noi?? Possiamo mai riuscirci?? Quando arriveremo a capire che si deve coesistere e collaborare, e non preoccuparsi solo di pratiche burocratiche che magari finiranno in un cassetto nell’attesa che sia IL SINDACO A STRUTTURARE PROPOSTE ED IDEE? Quando svilupperemo i nostri grandi sogni cominciando da piccole, ma concrete iniziative?”.
Eppure in quest’ultimo periodo sembrava che nell’aria stesse circolando qualcosa di nuovo, profumo di ottimismo e voglia di fare; è stato sufficiente vedere qualche volantino attaccato qua e là per far sognare e far credere ai cardetesi che qualcosa si stesse muovendo. Questa volta lo spirito sembrava diverso. Non doveva e non poteva essere altrimenti. Il tema affrontato era alquanto delicato: la creazione di una cooperativa. La giusta occasione per ideare nuovi posti di lavoro e per valutare le possibili soluzioni su come creare un indotto di turismo nel nostro paese, la giusta occasione per definire i metodi per l’individuazione, la selezione e la produzione di un prodotto di qualità locale. La saletta in cui si è tenuta la riunione era affollata di gente, anche i più diffidenti in cuor loro speravano che qualcosa venisse fuori. Ma sono state troppe le volte in cui hanno visto infrangere le proprie aspettative per crederci fino in fondo… e in effetti… i risultati non hanno portato a nulla di concreto e tangibile, nuovamente si è caduti nell’errore di voler tutto e subito, di voler creare “qualcosa” i cui contorni non erano né delineati, né sfumati, ma completamente assenti. Il caos ha regnato. Avremmo potuto suddividere i presenti in quattro grandi gruppi: le vittime, i disfattisti, l’amministrazione e gli estranei. I primi che raffigurano tutti coloro che investirono sulla cooperativa esistente, operando sul sociale, e che non hanno visto corrisposto in termini economici l’impegno dedicato alle varie iniziative, rimproverando l’amministrazione di averli abbandonati a se stessi, dimenticando che le soddisfazioni ripagano molto più del denaro stesso; i disfattisti, ovvero, tutti coloro che facevano a gara nel porre, all’attenzione di tutti, problematiche, anche di natura economica, che certamente scoraggiavano gli indecisi; l’amministrazione che ne approfittava per far propaganda sulle operazioni portate a termine, mandando frecciatine a destra ed a manca; e infine gli estranei, non si sarebbe potuto trovare appellativo migliore, tutti coloro che trascinati dall’entusiasmo iniziale si son ritrovati ad essere protagonisti di una discussione che non li apparteneva, ma che ormai, vedendosi in gioco hanno continuato a giocare, intervenendo su argomenti interessantissimi ma sicuramente fuori luogo. Conclusione? La discussione ha portato a un nulla di fatto, o meglio ha concepito solo un elenco di disponibilità nel versare una quota sociale per l’adempimento di pratiche burocratiche edite alla trasformazione della cooperativa già esistente di tipo A ad una cooperativa di tipo misto A e B, che si occuperà di… beh questo non è sembrato essere rilevante, forse un giorno ce lo faranno sapere, intanto gli auguriamo un grosso e sincero in bocca al lupo, nell’individuare percorsi alternativi per raggiungere il traguardo prefissato, considerato che di certo non mancano di buona volontà o idee sommarie da proporre.
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